Settimana del salterio

lunedì
25 Novembre, 2024

26 aprile

TRASLAZIONE DELLE RELIQUIE

DI SAN VINCENZO DE’ PAOLI

Memoria obbligatoria nella Casa Madre di Parigi

Si commemora la traslazione del corpo di S. Vincenzo, che, a causa della rivoluzione francese, era stato nascosto e che il 25 aprile 1830 l’arcivescovo di Parigi, Giacinto Luigi de Quélen, trasferì, custodito in un’artistica urna, dalla cattedrale alla nuova chie­sa della Congregazione, dove ancora oggi è oggetto di venerazione.

Dal Proprio del Tempo con salmodia del giorno dal salterio, eccet­to quanto segue.

Invitatorio

Ant.

Adoriamo il Signore,

che annuncia il lieto messaggio ai poveri, alleluia.

Salmo invitatorio come nell’Ordinario (pp. 301-302).

Ufficio delle letture

Inno

Gesù, premio e corona

dei tuoi servi fedeli,

glorifica il tuo nome.

Concedi alla tua Chiesa

che onora san Vincenzo

la vittoria sul male.

Sapiente e vigilante,

testimoniò il Vangelo

in parole ed in opere.

Il Pane e la Parola

sostennero i suoi passi

verso la meta eterna.

Arse di santo amore,

quando in preghiere ed opere

serviva i suoi fratelli.

Dalla città dei Santi,

dove regna glorioso,

ci guidi e ci protegga.

A te, Gesù, sia gloria,

al Padre ed allo Spirito

nei secoli dei secoli. Amen.

Oppure l’inno proprio, in latino, p. 584 in appendice.

Seconda lettura

Dalle Conferenze spirituali di san Vincenzo de’ Paoli, sacerdote (Opere, Conferenze ai Preti della Missione, Roma 2008, SVit X, 546548).

Servi dell’immensa e paterna carità di Dio

La carità è richiesta come precetto divino e ne abbraccia molti altri. Ognuno sa che nell’amor di Dio e del prossimo sono compendiati la legge e i profeti. Tutto rimanda ad esso e tutto si raccoglie in esso. Quest’amore possiede tale forza e tale privilegio che chiunque lo possiede realizza la legge di Dio, perché tutto ciò che Dio comanda si riassume in quest’amore e quest’amore induce a compiere tutto quello che Dio ci chiede: “chi infatti ama il prossimo ha portato a compimento la legge”. Orbene, questo non si riferisce soltanto all’amore verso Dio, ma anche alla carità del prossimo compiuta per amore di Dio. Notate: per amor di Dio. Ciò è tanto grande che l’intelletto umano non può capirlo: occorre che una luce soprannaturale ci elevi, mostrandoci l’altezza e la profondità, la larghezza e la magnificenza di questo amore.

Dobbiamo proprio darci a Dio perché si scolpisca tale verità nelle nostre anime, per conformare la nostra vita a questo spirito e fare le opere con questo amore. Non c’è persona al mondo maggiormente obbligata di noi, né comunità che debba essere più dedita di noi, all’esercizio esterno di una carità cordiale.

E perché? Perché è Dio che ha fatto sorgere questa piccola Compagnia, come tutte le altre, per amarlo e fare la sua volontà. Tutte, infatti, tendono ad amarlo, ma l’amano in modo diverso: i certosini con la solitudine, i cappuccini con la povertà, altri cantando le sue lodi; e noi, fratelli, attraverso l’amore. Noi dobbiamo mostrarlo portando il popolo ad amare Dio e il prossimo, ad amare il prossimo per Dio e Dio per il prossimo. Noi siamo scelti da Dio come strumenti della sua immensa e paterna carità, la quale vuole stabilirsi e dilatarsi nelle anime. Ah! Se comprendessimo il significato di questa chiamata!

Non lo capiremo mai bene in questa vita; perché, se lo comprendessimo ci comporteremmo in altro modo.

La nostra vocazione è dunque di andare, non in una parrocchia e neppure soltanto in una diocesi, ma per tutta la terra. E a far che? Ad infiammare il cuore degli uomini, facendo quello che fece il Figlio di Dio, lui che è venuto a portare il fuoco nel mondo per infiammarlo del suo amore. Che possiamo noi desiderare, se non che arda e consumi tutto? Fratelli miei cari, riflettiamoci, ve ne prego. È dunque vero che sono inviato non solo ad amare Dio, ma a farlo amare. Non mi basta amare Dio, se il mio prossimo non lo ama. Devo amare il mio prossimo come immagine di Dio e oggetto del suo amore; e far di tutto perché a loro volta gli uomini amino il loro Creatore che li conosce e li considera come suoi fratelli, che li ha salvati; e procurare che, con mutua carità, si amino tra loro per amor di Dio, il quale li ha tanto amati da consegnare per essi il proprio Figlio alla morte. È dunque questo il mio dovere.

Responsorio        At 20, 24. 21; Rm 1, 16

R.  Non conta nulla la mia vita a paragone del servizio che mi fu affidato: rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio. * Non ho alcun timore nel predicare la fede in Gesù, nostro Signore, alleluia.

V.  Io non mi vergogno del Vangelo, potenza di Dio per la salvezza di chi crede.

R.  Non ho alcun timore nel predicare la fede in Gesù, nostro Signore, alleluia.

Oppure

Dalle Conferenze spirituali di san Vincenzo de’ Paoli, sacerdote (Opere, Conferenze ai Preti della Missione, Roma 2008, SVit X, 7480).

Mi ha inviato ad evangelizzare i poveri

Nostro Signore, essendo venuto al mondo per salvare gli uomini, cominciò a fare e poi ad insegnare. Compì la prima cosa praticando tutte le virtù, e tutte le sue azioni furono modellate su altrettante virtù conformi a un Dio fattosi uomo per essere di esempio agli altri uomini. Praticò la seconda, istruendo il povero popolo nelle verità divine e dando agli apostoli la scienza necessaria per la salvezza del mondo, per dirigere i popoli e renderli felici. Il progetto della Compagnia è dunque di imitare Nostro Signore, per quanto povere e meschine creature possano farlo. Che cosa significa ciò? Significa che essa si è proposta di conformarsi a Lui nella sua condotta, nelle sue azioni, nei suoi fini. Quanto al primo punto, la perfezione ci è richiesta dal Vangelo, che è la regola di perfezione per i sacerdoti e per tutti i cristiani. E non una perfezione qualsiasi, ma simile a quella dell’Eterno Padre. Meraviglioso progetto del Figlio di Dio! “Siate perfetti, dice, come è perfetto il vostro Padre celeste”. La richiesta è molto alta. Chi potrà raggiungerla? Essere perfetti come il Padre Eterno! Eppure, questa è la misura. Ma, poiché non tutti i cristiani se ne preoccupano, Dio, scorgendo la negligenza della maggior parte di loro, suscita, in base ai suoi disegni mirabili, alcuni che si consacra­no alla sua divina Maestà, per cercare con la sua grazia di perfezionare se stessi e gli altri. A che cosa serve questa perfezione? A renderci graditi agli occhi di Dio, vivendo in maniera continua nella grazia santificante. Per essa sola i nostri pensieri, le nostre parole ed opere, tutto di noi è gradito a Dio, persino ciò che non riusciamo a fare. Quale felicità! Quale felicità per un missionario che mette tutto il suo impegno per rendersi gradito a Dio, che fa ogni sforzo per togliere da sé tutti gli ostacoli ed acquistare quello che gli man­ca! La seconda cosa, indicataci dalla regola, è di istruire le popolazioni della campagna. Siamo chiamati a questo com­pito. Sì, Nostro Signore esige che evangelizziamo i poveri; questo è quanto lui ha fatto e vuole continuare a fare per mezzo nostro. Deve renderci umili vedere che l’Eterno Padre ci chiama a continuare le opere del Figlio suo, che è venuto ad evangelizzare i poveri, dando in tal modo la prova evidente di essere il Figlio di Dio ed il Messia atteso. Abbiamo dunque un grande obbligo verso la sua bontà infinita per essere stati associati a Lui in questo compito e per essere stati scelti tra tanti, e tanti altri, maggiormente degni di questo ono­re e più capaci di noi! Ma, Padre, non siamo i soli ad istrui­re i poveri. I parroci che fanno di diverso? Che fan­no i predicatori sia delle città, sia delle campagne? Che fanno nel­l’avvento e nella quaresima? Predicano ai poveri e predicano meglio di noi. È vero, ma nella Chiesa di Dio non si trova nessuna compagnia che abbia come propria eredità i poveri e che si dia tutta ai poveri, evitando di predicare nel­le grandi città. Noi missionari facciamo appunto professio­ne di questo: la nostra caratteristica è di essere, come Gesù Cristo, dediti ai poveri. La nostra vocazione è dunque una continuazione della sua o, per lo meno, ne ripropone gli stessi particolari. Quale felicità, fratelli, ma anche quale obbligo di amarla! Un forte motivo per amarla è dunque la sua grandezza: far conoscere Dio ai poveri, annunziare loro Gesù Cristo, dir loro che il regno dei cieli è vicino ed è per loro.

Responsorio        Cfr. 1 Cor 9, 19. 22; Gb 29, 1516

R.  Libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, debole con i deboli. * Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare a ogni costo qualcuno, alleluia.

V.  Ero occhio per il cieco, e piede per lo zoppo; padre io ero per i poveri.

R.  Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare a ogni costo qualcuno, alleluia.

Lodi mattutine

Inno

Maestro di sapienza

e padre nella fede,

tu splendi come fiaccola

nella città di Dio.

In te il divino Spirito

dispensa con amore

il Pane e la Parola

sulla mensa dei piccoli.

Tu illumini ai credenti

il mistero profondo

del Verbo fatto uomo

per la nostra salvezza.

Tu libera gli oppressi,

sostieni i vacillanti,

e raduna i dispersi

nell’Amore del Padre.

A te sia lode, o Cristo,

immagine del Padre,

che sveli nei tuoi Santi

la gioia dell’Amore. Amen.

Oppure l’inno proprio, in latino, p. 584 in Appendice.

Lettura breve        Col 3, 1415

Al di sopra di tutte le cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!

Responsorio breve

R.  Sacerdoti del Signore, benedite il Signore, * alleluia, alleluia.

Sacerdoti del Signore, benedite il Signore, alleluia, alleluia.

V.  Lodate Dio, fedeli e umili di cuore.

Alleluia, alleluia.

  Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Sacerdoti del Signore, benedite il Signore, alleluia, alleluia.

Ant. Ben. Amico dei poveri, sostegno di chi è solo, Vincenzo rivela a noi il cuore di Dio, alleluia.

Invocazioni

Fratelli carissimi, Dio Padre ha inviato Cristo ad evangelizzare i poveri. Benediciamolo con gioia e diciamogli:

Guida i nostri passi con la tua luce, o Signore.

Tu, che ci hai manifestato nel Cristo la tua misericordia e il tuo amore,

—        non permettere mai che la tua Chiesa trascuri la missione di Cristo.

Fa’ che collaboriamo sempre con te per riempire il mondo del tuo Spirito,

—        e la città terrena raggiunga con maggior profitto il suo fine nella giustizia, nella carità e nella pace.

Fa’ che oggi, rinnovandoci profondamente, diamo frutti più abbondanti nelle opere della fede,

        e tutti possano sperimentare attraverso noi la tua bontà.

Perdonaci per aver ignorato la presenza del tuo Cristo nei fratelli poveri e anche in quelli molesti,

        e per non aver venerato tuo Figlio nei nostri fratelli.

Padre nostro.

Orazione

O Dio, che hai dato a san Vincenzo de’ Paoli un cuore pie­no di misericordia per sollevare tante umane miserie, concedi a noi, che celebriamo oggi il ricordo della traslazione dei suoi resti mortali, di far nostra quella carità che lo Spirito Santo accese nel suo cuore, e di consacrarci interamente, per amor tuo, al servizio dei poveri. Per il nostro Signore.

Vespri

Inno

Con cuore puro e ardente

uniamoci, o fratelli,

alla lode festosa

della Chiesa di Cristo.

In questo giorno santo

la carità divina

congiunge san Vincenzo

al regno dei beati.

La fiamma dello Spirito

ha impresso nel suo cuore

il sigillo indelebile

dell’Amore di Dio.

Egli è modello e guida

a coloro che servono

le membra sofferenti

del corpo del Signore.

Dolce amico dei poveri,

intercedi per noi,

sospingi i nostri passi

nella via dell’Amore.

A te sia lode, o Cristo,

immagine del Padre,

che sveli nei tuoi santi

la forza dello Spirito. Amen.

Oppure l’inno proprio, in latino, p. 584 in appendice.

Lettura breve        1 Cor 13, 47

La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

Responsorio breve

R.  Beato chi ha cura del debole: nel giorno della sventura

il Signore lo libera, * alleluia, alleluia.

Beato chi ha cura del debole: nel giorno della sventura

il Signore lo libera, alleluia, alleluia.

V.  Il Signore lo farà vivere beato sulla terra.

Alleluia, alleluia.

  Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Beato chi ha cura del debole: nel giorno della sventura

il Signore lo libera, alleluia, alleluia.

Ant. Magn. Sazierò di pane i poveri di Sion,

rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti,

esulteranno di gioia i suoi fedeli, alleluia.

Intercessioni

Uniti nel ricordare con gioia san Vincenzo, preghiamo Dio che, nella sua misericordia, voglia conservare sempre desto e rinnovare nella famiglia vincenziana lo spirito del santo fondatore. Diciamo con fiducia:

Riempici del tuo amore, o Signore.

Padre, che hai inviato il tuo Figlio nel mondo per evangelizzare i poveri,

—        fa’ che la tua Chiesa non cessi mai di annunziare la tua parola di salvezza.

Insegnaci ad amare in modo vero ed efficace, senza discriminazioni, il nostro popolo e tutti gli uomini,

        e ad edificare nella pace e nel bene la città terrena.

Hai posto nella carità la perfezione della legge: insegnaci a gioire con chi gioisce e a piangere con chi piange,

—        affinché la nostra carità cresca sempre più intensa verso tutti.

Hai creato gli uomini a tua immagine,

        donaci di collaborare col nostro ministero a togliere le ingiustizie e le disuguaglianze.

Tutti coloro che si sono applicati a riconoscere e amare la tua immagine nei fratelli poveri,

        possano contemplarti senza veli nel tuo regno eterno.

Padre nostro.

Orazione

O Dio, che hai dato a San Vincenzo de’ Paoli un cuore pieno di misericordia per sollevare tante umane miserie, concedi a noi, che celebriamo oggi il ricordo della traslazione dei suoi resti mortali, di far nostra quella carità che lo Spirito Santo accese nel suo cuore, e di consacrarci interamente, per amor tuo, al servizio dei poveri. Per il nostro Signore.

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