Settimana del salterio

giovedì
7 Dicembre, 2023

9 luglio

SAN FRANCESCORÉGIS CLET,

SACERDOTE E MARTIRE

Memoria

Nato a Grenoble il 19 agosto 1748, fu ordinato sacerdote a Lione il 27 marzo 1773. Insegnò teologia al seminario di Annecy e fu direttore del seminario interno alla Casa Madre della Congregazione. In piena rivoluzione francese chiese di partire per le missioni estere; sbarcato a Macao, lavorò per trent’anni nelle missioni cinesi. Fu martirizzato presso Outchangfou il 18 febbraio 1820, venne beatificato il 27 maggio 1900 e canonizzato il 1° ottobre 2000.

Dal Proprio del Tempo con salmodia del giorno dal salterio, ec­cet­to quanto segue.

Invitatorio

Ant. Venite, adoriamo il re dei martiri Cristo Signore

Salmo invitatorio come nell’Ordinario (pp. 301302).

Ufficio delle letture

Inno

Gerusalemme nuova,

immagine di pace,

costruita per sempre

nell’amore del Padre.

Tu discendi dal cielo

come vergine sposa,

per congiungerti a Cristo

nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,

risplendenti di luce,

si radunano in festa

gli amici del Signore:

pietre vive e preziose,

scolpite dallo Spirito

con la croce e il martirio

per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio

e allo Spirito Santo,

al Dio trino ed unico

nei secoli sia gloria. Amen

Seconda lettura

Dagli scritti di san FrancescoRégis Clet, martire (da una sua lettera circolare ai confratelli missionari a lui affidati: cfr. M. Demimuid, Vie du vénérable F.R. Clet, Paris 1893, pp. 422427).

Esortazione ai confratelli

“Una corda a tre capi non si rompe tanto presto”. Queste parole dello Spirito Santo ci dicono, con un’immagine, che l’unità e la concordia sono una via sicurissima per condurre qualsiasi impresa al fine desiderato. Con questo insegnamen­to concordano in pieno le nostre Regole Comuni (cap. XII, 7): “Per quanto è possibile, tutti concorderanno nella dot­trina, nel parlare e nello scrivere, in modo che, come dice l’Apostolo, ‘tutti abbiamo gli stessi sentimenti’ ed espri­mia­mo anche uno stesso insegnamento”. Se questa unanimità è necessaria per qualsiasi opera, molto di più lo è per l’at­­tività soprannaturale che riguarda la salvezza delle anime: la guida di queste ultime – ha detto san Gregorio – è l’ar­­te delle arti. Se tale unanimità viene a mancare, anche le pe­core a noi affidate si disuniscono e, abbandonandosi al loro istinto naturale, seguiranno un determinato sacerdote piut­­tosto che un altro, ripetendo come nella Chiesa degli inizi: “Io sono di Paolo, io di Apollo, io di Pietro...”. Per ot­te­nere dunque questa concordia, ho ritenuto opportuno, finché resterò in questo corpo – e la morte certamente mi spin­ge a uscire da questo mondo per presentarmi al Giudice tre­mendo – dare ai confratelli a me affidati, nonostante la mia indegnità e riluttanza, alcuni consigli affinché ci comportia­mo tutti concordemente nella guida delle nostre pecore, così che esse siano un solo ovile, come uno solo è il pastore, Cristo Signore.

Del resto, questo o qualsiasi altro insegnamento servirà poco o nulla se non ci mostriamo alle nostre pecore come ministri di Dio e degni dispensatori dei suoi misteri, in modo che ciascuno di noi possa dire loro con San Paolo: “Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo”. Ricordiamoci del detto: se uno è cattivo verso sé stesso, per chi altri sarà buo­no? Evitiamo dunque di farci assorbire tutto il tempo dal ministero verso gli altri, col pretesto di uno zelo disordinato, e seguiamo invece l’esempio degli Apostoli, i quali dice­va­no: “Noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola”. Restiamo fedeli alla pietà che, come dice l’Apo­stolo “è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura”. Nutriremo la nostra pietà con la fedeltà agli esercizi spirituali in uso nella nostra Con­gregazione, cioè l’orazione mentale, l’esame particolare, la lettura del Nuovo Testamento, la lettura spirituale, il ritiro annuale, ecc. Tutto ciò rappresenta come una riserva da cui possiamo attingere quanto serve alla direzione delle anime. Non riduciamoci – è un paragone di san Bernardo – come quei canali che disperdono tutta l’acqua che ricevono, ma siamo come le sorgenti che riversano dalla loro sovrabbondanza. Siamo insomma di “esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella castità”. Pa­­scoliamo “il gregge di Dio” che ci è affidato, “facendoci suoi modelli di buon animo, e quando apparirà il Pastore su­premo” riceveremo “la corona della gloria che non appas­sisce”.

Responsorio        Tm 4, 78; Fil 3, 8, 10

R.  Ho combattuto la buona battaglia, sono giunto al traguar­do, ho conservato la fede: * ora è pronta per me la corona di giustizia.

V.  Tutto ho stimato una perdita pur di conoscere Cristo e partecipare alle sue sofferenze, conforme a lui nella morte:

R.  ora è pronta per me la corona di giustizia.

Oppure

Dalle Conferenze spirituali di san Vincenzo de’ Paoli, sacerdote (Opere, Conferenze ai Preti della Missione, Roma, 2008, SVit X, 296. 327).

Il desiderio del martirio

Dio voglia, cari padri e fratelli miei, che tutti coloro che chiedono di essere ammessi nella Compagnia vengano con il pensiero del martirio, con il desiderio di soffrire il martirio e di consacrarsi interamente al servizio di Dio, sia nei paesi lontani, sia qui, in qualunque luogo piacerà a Dio servirsi della nostra povera Compagnia! Sì, con il pensiero del martirio! Come dovremmo chiederla spesso questa grazia e questa disposizione a Nostro Signore, di essere pronti ad esporre la nostra vita per la sua gloria e per la salvezza del prossimo, tutti quanti, sia che siamo fratelli coadiutori, chierici, sacerdoti, insomma tutta la Compagnia! Fratelli, c’è qualcosa di più ragionevole che dare la nostra vita per Colui che ha dato così liberamente la sua per tutti? E se Nostro Signore ci ama al punto di morire per noi, perché non bramare anche noi di avere la stessa disposizione verso di Lui e realizzarla quando se ne presenti l’occasione? Vediamo che tanti Papi furono martirizzati gli uni dopo gli altri: se ne contano trentacinque di seguito. Non è strano vedere mercanti che, per un piccolo guadagno, attraversano i mari e si espongono a non so quali pericoli? Ed allora dicevo tra me: se queste persone per un piccolo guadagno, per riportare qui qualche pietra, si espongono in tal modo a tanti pericoli, a ben più forte ragione noi dobbiamo farlo per portarvi la pietra preziosa del Vangelo!

Che cosa non hanno sofferto [i nostri confratelli] in quel paese? La carestia? C’è. La peste? L’hanno patita ambedue, ed uno due volte. La guerra? Sono in mezzo agli eserciti e sono passati per le mani dei soldati nemici. Insomma Dio li ha provati con tutte le disgrazie. E noi staremo qui ritirati in casa come pantofolai senza cuore e senza zelo? Osserveremo gli altri esporsi ai pericoli per il servizio di Dio e ce ne staremo paurosi come pulcini bagnati? O miseria, o meschinità! Ecco ventimila soldati che se ne vanno alla guerra per soffrirvi ogni sorta di mali, nella quale uno perderà un braccio, l’altro una gamba e molti la vita, per un poco di fortuna, per un po’ di vento, e per qualche speranza molto incerta; eppure non hanno paura e vi corrono incontro come ad un tesoro. Ma per guadagnare il paradiso, fratelli, non c’è quasi nessuno che si muove. Anzi, spesso coloro che si sono proposti di conquistarlo conducono una vita tanto comoda e sensuale che è indegna non solo di un sacerdote e di un cristiano, ma di un uomo che ragioni. E se tra noi ci fossero individui simili, non sarebbero altro che cadaveri di missionari. Orsù, mio Dio, sii sempre benedetto e glorificato per le grazie che concedi a chi si abbandona in te. Sia di lode a te l’aver dato a questa piccola Compagnia quei due uomini di grazia. Diamoci a Dio, fratelli, per andare a portare il Vangelo in tutta la terra, ovunque Egli ci conduca. Conserviamo il nostro posto e le nostre attività, finché Lui stesso nel suo beneplacito non ce le tolga. Le difficoltà non ci spaventino: ne va di mezzo la gloria dell’Eterno Padre e l’efficacia della Parola e della Passione del suo Figlio. La salvezza dei popoli e la nostra propria sono un bene così grande che va conquistato a qualunque costo; e non importa se moriremo più presto, purché moriamo con le armi in mano. Noi saremo più felici e la Compagnia non diverrà più povera, perché sanguis martyrum semen est christianorum. Per un missionario che avrà dato la sua vita per carità, la bontà divina ne susciterà molti altri che faranno il bene che egli non avrà potuto fare.

Responsorio        Cfr. Gal 6, 14; Fil 1, 29

R.  Il nostro unico vanto è nella croce del Signore Gesù Cristo, vita e salvezza e risurrezione per noi: * egli ci ha salvati e liberati.

V.  A voi è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui:

R.  egli ci ha salvati e liberati.

Lodi mattutine

Inno

O Dio, dei santi martiri

eredità e corona,

benedici il tuo popolo.

Nel nome di san FrancescoRégis

perdona i nostri debiti,

rinnova i nostri cuori.

Testimone di Cristo,

confermò col suo sangue

l’annunzio della fede.

Amico del Signore,

egli giunse alla gloria

per la via della croce.

La luce del tuo martire

ci guidi nel cammino

verso la mèta eterna.

Sia onore e gloria al Padre,

al Figlio e al Santo Spirito

nei secoli dei secoli. Amen.

Lettura breve        2 Cor 1, 35

Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.

Responsorio breve

R.  Mia forza, * mio canto è il Signore.

Mia forza, mio canto è il Signore.

V.  È lui la mia salvezza:

mio canto è il Signore.

  Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Mia forza, mio canto è il Signore.

Ant. Ben.  Dio l’ha provato mediante la croce

e l’ha trovato degno di sé:

ha ricevuto una magnifica corona

dalla mano del suo Signore.

Invocazioni

La Croce ha illuminato il martirio di san FrancescoRégis Clet e ha coronato il suo ministero di annunciatore della verità. Chiediamo al Cristo di dare anche a noi la par­tecipazione a questo mistero di salvezza e la costanza nel servizio della Chiesa e dei fratelli:

La forza della tua croce ci salvi, Signore.

Signore, sole che sorgi dall’alto, fa’ splendere su di noi il tuo volto,

        liberaci dal male e saziaci con i beni della tua casa.

Insegnaci a portare la croce in unione alle tue sofferenze,

        perché si manifesti in noi la luce della tua gloria.

Tu che hai fatto della croce un albero di vita,

        concedi i suoi frutti di salvezza ai rinati nel battesimo.

Tu che cooperi sempre con gli annunciatori del Vangelo e li confermi con i tuoi carismi,

        fa’ che ognuno di noi oggi proclami la tua risurre­zione con la coerenza della vita.

Padre nostro.

Orazione

O Dio, tu hai inviato san FrancescoRégis Clet ad annunziare il Vangelo alle popolazioni della Cina e hai coronato col martirio il suo zelo apostolico: fa’ che quanti hanno ricevuto il nome di cristiani siano fortificati dallo Spirito Santo nella professione della fede e non temano di dare anche la vita per la diffusione del tuo Regno. Per il nostro Signore.

Vespri

Inno

Re immortale e glorioso,

che accogli nella luce

i tuoi servi fedeli,

esaudisci il tuo popolo,

che canta le tue lodi

nel ricordo dei martiri.

La forza del tuo Spirito

ci guidi alla vittoria

sul male e sulla morte.

Sia onore al Padre e al Figlio

e allo Spirito Santo

nei secoli dei secoli. Amen.

Lettura breve        1 Pt 4, 1314

Carissimi, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi.

Responsorio breve

R.  O Dio, ci hai messo alla prova * e ci hai dato sollievo.

O Dio, ci hai messo alla prova e ci hai dato sollievo.

V.  Ci hai saggiati nel fuoco, come l’argento,

e ci hai dato sollievo.

  Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

O Dio, ci hai messo alla prova e ci hai dato sollievo.

Ant. Magn. Tutto ho fatto per annunciare il Vangelo,

e aver parte anch’io dei suoi beni;

ho lottato per te sulla terra;

sii tu la mia ricompensa, Signore.

Intercessioni

Nel ricordo della passione di San FrancescoRégis Clet, chie­­diamo al Signore di custodire nella Chiesa e nella famiglia vincenziana lo spirito missionario, e di mol­ti­pli­care i costruttori della città rinnovata mediante l’an­nun­cio del messaggio evangelico:

Sostieni, Signore, e moltiplica la tua Chiesa.

Gesù, che dall’alto della croce irradi sul mondo la tua luce,

        fa’ che gli uomini seguano te, via, verità e vita.

Noi ti preghiamo per il popolo cristiano,

        fa’ che viva in modo coerente la sua vocazione e conservi l’unità nel vincolo della pace.

Illumina e sostieni i missionari del Vangelo,

        accendi in essi il fuoco del tuo Spirito.

Conforta con il tuo Spirito chi si sforza di costruire un mondo più umano,

—        fa’ che la giustizia e la pace regnino su tutta la terra.

Tu che vivi nella gloria del Padre,

—        accogli i defunti nella tua luce sempiterna.

Padre nostro.

Orazione

O Dio, tu hai inviato san FrancescoRégis Clet ad annunziare il Vangelo alle popolazioni della Cina e hai coronato col martirio il suo zelo apostolico: fa’ che quanti hanno ricevuto il nome di cristiani siano fortificati dallo Spirito Santo nella professione della fede e non temano di dare anche la vita per la diffusione del tuo Regno. Per il nostro Signore.

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