Settimana del salterio

giovedì
14 Settembre, 2023

28 novembre

SANTA CATERINA LABOURÉ, VERGINE

Memoria

Nata a FainslesMoutiers il 2 maggio 1806, fu accolta tra le Figlie della Carità il 21 aprile 1830. Ebbe il privilegio di alcune apparizioni della Vergine Immacolata e di altre grazie soprannaturali. Spese la sua vita al servizio dei poveri nell’umiltà e nel nascondimento. Morì il 31 dicembre 1876; fu beatificata il 28 maggio 1933 e canonizzata il 27 luglio 1947.

Dal Proprio del Tempo con salmodia del giorno dal salterio, eccetto quanto segue.

Invitatorio

Ant. Nella memoria di Santa Caterina Labouré lodiamo il Signore nostro Dio.

Salmo invitatorio come nell’Ordinario (pp. 301302).

Ufficio delle letture

Inno

Gerusalemme nuova,

immagine di pace,

costruita per sempre

nell’amore del Padre.

Tu discendi dal cielo

come vergine sposa,

per congiungerti a Cristo

nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura

risplendenti di luce,

si raduna festante

il corteo delle vergini:

pietre vive e preziose,

scolpite dallo Spirito

con sapienza d’amore

per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio

e allo Spirito Santo,

al Dio trino ed unico

nei secoli sia gloria. Amen

Seconda lettura

Dalle Conferenze spirituali di san Vincenzo de’ Paoli, sacerdote (Opere, Conferenze alle Figlie della Carità, Roma 2012, SVit IX, 755756. 758759).

I poveri sono i nostri padroni

Care sorelle, la vostra preoccupazione principale, dopo l’amore di Dio e il desiderio di rendervi gradite alla sua divina Maestà, deve essere di servire i poveri malati con molta dolcezza e cordialità, compatendo i loro mali, ascoltando i loro piccoli lamenti come deve fare una buona mamma, perché essi vi considerano come loro nutrici e persone mandate da Dio per assisterli.

Perciò, siete destinate a rappresentare la bontà di Dio verso i poveri malati. E siccome questa bontà si comporta con gli afflitti in modo dolce e caritatevole, anche voi dovete trattare i malati come questa medesima carità insegna, ossia con dolcezza, compassione e amore, perché sono i vostri padroni e anche i miei: i nostri signori e i nostri padroni, ed è vero. Oh! In paradiso sono davvero grandi signori! Spetta a loro aprirne la porta, come è detto nel Vangelo.

Ecco, dunque, il motivo che vi obbliga a servirli come vostri padroni con rispetto e con devozione: essi sono per voi la persona di Nostro Signore, il quale ha detto: “Quello che fate al più piccolo dei miei, lo considero fatto a me”. Di conseguenza, sorelle, Nostro Signore è realmente in quei ma­lati che ricevono i vostri servizi. Quindi, non soltanto bisogna che stiate attente ad evitare l’asprezza e l’impazien­za, ma che vi impegniate a servirli con cordialità e grande dolcezza, anche i più fastidiosi ed esigenti, non dimenticando di dir loro qualche buona parola.

Una buona parola che parta dal cuore, detta con l’atteg­gia­mento giusto, basterà per portarli a Dio. Se questa parola è fervorosa, realizza ciò a cui invita. Un’anima che ami molto Nostro Signore e la santa Vergine, che non guardi ad altro in quello che fa se non di piacere a Gesù Cristo, è una fiamma di amore che entra nel cuore di coloro a cui parla. Ora, la buona parola che direte deve avere come fine quello di spronarli alla pazienza, o a fare una confessione generale, o a morire bene, o a vivere bene, se recuperano la salute.

Sorelle, quanto siete fortunate che Dio vi abbia affidato una missione così santa! Che cosa c’è di più amabile di una persona che ha lasciato tutto per darsi interamente a Dio per il servizio dei poveri? Oh, quanto è bello! Se potessimo vedere una Figlia della Carità che serve bene i malati, che ha cura della loro salvezza, che si occupa senza risparmio della propria perfezione per rendersi gradita a Dio; se potessimo vedere lo stato di una suora che ha in sé tutte queste qualità, sorelle, non vi è nulla di più bello di quest’anima.

Quando una buona Figlia della Carità spende tutta la vita al servizio di Dio, dopo aver lasciato tutto, e non esiste più nulla al mondo per lei, né padre, né madre, né beni di fortuna, né attaccamenti, né conoscenza se non di Dio e per Dio, vi è un forte motivo per credere che questa suora un giorno sarà beata.

Oppure

Seconda lettura

Dagli scritti spirituali di santa Luisa de Marillac (Écrits spirituels, ed. Mame, Tours 1983, pp. 814815).

Lo spirito interiore necessario alle Figlie della Carità

Il nostro colloquio interiore con Dio deve consistere nel ricordare costantemente la sua santa Presenza, adorandolo a tutte le ore e facendo atti di amore di fronte alla sua bontà. Richiamiamo sovente alla mente sia le motivazioni che ci hanno colpito durante la meditazione, sia gli affetti e i propositi che abbiamo preso per correggerci e progredire nel suo santo amore.

Nelle circostanze dolorose della vita, rivolgiamo gli occhi alla paterna bontà di Dio che, come buon Padre, permette che veniamo toccate dalla sua divina giustizia. Egli lo fa a volte per correggerci, a volte per manifestarci il suo grande amore e renderci partecipi alla sofferenza del suo Figlio ed applicarcene il merito. Siamogli riconoscenti.

Negli eventi che ci fanno piacere e che corrispondono ai nostri desideri, prima di lasciarci trasportare dalla gioia che ci è offerta, guardiamo Dio con occhio interiore e siamo riconoscenti della sua misericordia che, per suo solo amore, ci dà tale consolazione. Accettiamola con qualche atto d’amore.

Facciamo sì che tutto ciò che si presenta ai nostri sensi ci serva per innalzare il nostro spirito a Dio: talvolta considerando quello che ci accade come proveniente dalla sua mano onnipotente; altre volte vedendovi il disegno di Dio che fa accadere le cose destinandole al nostro bene. Siamogli allora riconoscenti.

Altre volte pensiamo all’eccellenza dell’essere che Dio ci ha dato, per rialzarci dalle miserie alle quali ci spinge la nostra natura corrotta che ci induce ad affezionarci ad una quantità di attività inutili che non meritano di occupare il nostro spirito. E dire che proclamiamo di non volere altro che Dio su questa terra.

Quando poi oppresse da un grande bisogno, almeno così ci sembra, desideriamo o speriamo un po’ d’aiuto dalle creature e ne veniamo deluse sia perché la Provvidenza divina lo permette, sia per colpa di altri, innalziamo subito il nostro cuore a Dio. E accettando la sua santa volontà, elevia­mo a lui solo il nostro spirito, pensando che da tutta l’eter­nità egli basta a se stesso e di conseguenza può bastare anche a noi. E poiché siamo così fortunate da essere in uno stato nel quale dobbiamo averlo come unica nostra consolazione, facciamo un atto che accetti la privazione di quello che ci manca, benché ci sembra giusto e necessario averlo. Rimaniamo a tu per tu in pace con Dio, senza lamentarci delle creature, poiché nessuna di esse potrebbe essere motivo di delusione se Dio non lo permettesse.

Facciamo sì che il nostro intimo sia fortemente unito a Dio e che la nostra volontà produca quegli atti che tengono il nostro spirito unito a Dio, secondo il suo beneplacito.

In tutte le circostanze, ricordate, dobbiamo abituarci a espri­mere pensieri con cui desideriamo conoscere Dio e noi stessi in modo da amarlo con gesti d’amore che gli dobbiamo. Evitiamo di fare ciò che gli dispiace. Abbandoniamoci spesso a lui, mostrandogli un cuore pieno di fiducia e riconoscenza. Infine cerchiamo di avere sulle labbra preghiere e giaculatorie.

Responsorio        Cfr. Ef 4, 1. 3. 4; Rm 15, 5. 6

R.  Comportatevi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, conservate l’unità dello Spirito nel vincolo della pace. * Una sola è la speranza alla quale siete stati chia­mati.

V.  Dio vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, perché con un solo animo e una sola voce rendiate gloria a Dio.

R.  Una sola è la speranza alla quale siete stati chia­mati.

Lodi mattutine

Inno

O Cristo, Verbo del Padre,

glorioso re delle vergini

luce e salvezza del mondo,

in te crediamo.

Cibo e bevanda di vita,

balsamo, veste, dimora,

forza, rifugio, conforto,

in te speriamo.

Illumina con il tuo Spirito

l’oscura notte del male,

orienta il nostro cammino

incontro al Padre. Amen.

Lettura breve        Rm 12, 12

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

Responsorio breve

R.  Di te ha detto il mio cuore: * io cerco il tuo volto.

Di te ha detto il mio cuore: io cerco il tuo volto.

V.  Non nasconderti a me, Signore:

io cerco il tuo volto.

  Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Di te ha detto il mio cuore: io cerco il tuo volto.

Ant. Ben. Ti ho tanto desiderato,

ora contemplo il tuo volto;

ti ho tanto cercato, ora sei mio;

con tutto il cuore ti ho amato in terra,

e ora sono tua per sempre.

Invocazioni

Rivolgiamo la nostra comune preghiera al Signore Gesù perché ci aiuti a realizzare, ad esempio di santa Caterina, un servizio umile e nascosto, ma generoso, ai poveri che egli ci affida come parte della sua eredità e diciamo:

Signore, padre dei poveri, ascoltaci.

Signore Gesù, fa’ che riceviamo dalle tue mani questo giorno,

—        per restituirlo a te ricco di opere di carità fraterna.

Signore Gesù, guidaci oggi con il tuo Spirito,

—        fa’ che viviamo sempre come figli di Dio.

Signore Gesù, sorgente e modello di servizio umile e generoso,

—        fa’ che serviamo i poveri, nostri signori e padroni, in visione di fede ed esercizio di amore.

Signore Gesù, custodisci la castità del nostro cuore e del no­stro corpo,

—        perché siamo tempio vivo dello Spirito Santo.

Padre nostro.

Orazione

O Dio, tu hai concesso a santa Caterina Labouré il privilegio di vedere la Madre del Figlio tuo e di parlarle in tutta familiarità, e l’hai guidata a donare, umile e lieta, la sua vita, nascosta in Cristo, al servizio dei poveri; a noi che ne celebriamo il ricordo concedi di saperti sempre riconoscere nei poveri per servirli in semplicità di cuore e presentarci al mondo come veri testimoni della tua carità. Per il nostro Signore.

Vespri

Inno

Gesù, che delle vergini

sei corona immortale,

proteggi la tua Chiesa.

Nella dimora eterna

ti seguono esultanti

al convito nuziale.

Cantano la tua lode,

o Figlio della Vergine,

contemplano il tuo volto.

A gloria delle vergini

accresci in noi la fede,

donaci un cuore nuovo.

A te, Gesù, sia lode,

al Padre e allo Spirito

nei secoli dei secoli. Amen.

Lettura breve        Rm 8, 2830

Noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.

Responsorio breve

R.  Entrano con gioia le vergini * alla festa di nozze.

Entrano con gioia le vergini alla festa di nozze.

V.  Sono introdotte nel palazzo del re,

alla festa di nozze.

  Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Entrano con gioia le vergini alla festa di nozze.

Ant. Magn. Ha aperto la sua mano al misero,

l’ha stesa verso il povero:

il Signore l’ha colmata delle sue benedizioni.

Intercessioni

Il Signore Gesù ha avuto compassione ed ha alleviato tutte le sofferenze umane. Chiediamogli che anche noi, a lui consa­crati per servirlo nei fratelli più poveri, partecipiamo alla sua tenerezza, per dare a tutti la testimonianza del suo amore:

Signore Gesù, compassionevole e grande nell’amore, ascoltaci.

Cristo Gesù, che hai promesso di essere presente in mezzo ai tuoi fedeli, riuniti nel tuo nome e nel tuo amore,

        donaci la grazia di pregare il Padre, in comunione con te, nello Spirito.

Consola chi soffre, con la forza del tuo amore,

—        fa’ che senta accanto a sé la solidarietà dei fratelli.

Donaci di contemplare e di raggiungere te nel cuore e nella vita dei poveri,

—        per servirli con compassione, dolcezza, cordialità, rispetto e devozione.

La beata Vergine Immacolata interceda per la nostra famiglia a te consacrata,

—        perché viva con gioia la sua donazione a te nella santa Chiesa.

La tua Madre Immacolata raccolga lo spirito di quanti muoiono nella fede della risurrezione,

—        e li conduca a contemplare per sempre la gloria del tuo volto.

Padre nostro.

Orazione

O Dio, tu hai concesso a santa Caterina Labouré il privilegio di vedere la Madre del Figlio tuo e di parlarle in tutta familiarità, e l’hai guidata a donare, umile e lieta, la sua vita, nascosta in Cristo, al servizio dei poveri; a noi che ne celebriamo il ricordo concedi di saperti sempre riconoscere nei poveri per servirli in semplicità di cuore e presentarci al mondo come veri testimoni della tua carità. Per il nostro Signore.

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